Arte e Realtà

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Buonasera,
Ringrazio @helios2012 per l’idea di questo articolo: qual è stato il rapporto tra l’arte e la realtà nel corso della storia? Vedrete che si tratta di un percorso tutt’altro che lineare.

Età Classica. Gli antichi consideravano la realtà che ci circonda perfetta, poiché vi intravedevano precisi rapporti matematici e geometrici. L’arte doveva dunque imitare tale perfezione, e ogni novità od originalità veniva considerata come un “allontanamento” da questa perfezione. La pensava così Aristotele, ma anche gli Stoici. Ad esempio, Posidonio ammirava la forma, il colore del mondo e l’abbondanza di stelle. Invece già si facevano sentire le prime voci di disaccordo tra gli Scettici. Cicerone tuttavia, in età romana, continuava a pensare che l’arte non potesse dare nessun contributo a tale bellezza ancestrale.

Un caso distinto fu quello di Platone: per lui l’arte è solo la riproduzione fittizia, illusoria, di quello che i nostri occhi vedono. Una concezione dunque molto negativa.

Nel Medioevo vi furono inizi di una nuova idea, secondo me validissima: l’arte e l’universo possiedono due modi di agire diversi, e belli ugualmente. Questo fu ad esempio il pensiero di Riccardo di San Vittore. Anzi, così come il mondo è stato creato da Dio, allo stesso modo anche l’arte non è altro che un dono divino che va dunque valorizzato. E’ dalla penna di Dante Alighieri che nasce un’espressione meravigliosa: lui scrisse infatti nell’undicesimo canto dell’Inferno: “Sì che vostr’arte a Dio quasi è nepote”, cioè l’arte è davvero vicina alla perfezione divina.

Lungo questa scia si pose più tardi Leonardo da Vinci, anche se durante il Barocco si preferì riporre l’attenzione su virtù razionali e immateriali. In seguito si pensò poi che l’arte dovesse imitare la realtà, ma dovesse anche apportare il suo contributo. Era questa la posizione del Vasari e anche di Hegel. Goethe pensava che nell’arte le leggi dell’universo si esprimessero ancor meglio di quanto avvenga nella realtà, in modo supremo. Sicuramente si cominciava a capire che l’arte prende spunto dal modello, ma non si ferma a imitarlo. Essa va oltre, “simula” ma allo stesso tempo “crea” qualcosa di completamente nuovo. Al giorno d’oggi, però, ci si è allontanati da questa idea e si ricerca un’arte pressoché astratta, scollegata dal mondo, onirica.

E voi, quale rapporto pensate che debba avere l’arte con il mondo reale? E che dire della finzione cinematografica? Riesce la cornice di un quadro a fungere da “muro”, da “barriera”, tra la fantasia e la vita?

Antonio

© Antonio Gaeta & Giulia Di Fresco 2018

7 comments

  1. alessandria today · febbraio 4, 2018

    L’ha ribloggato su Alessandria today.

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  2. Paola · febbraio 4, 2018

    L’arte, quella vera, è un momento di bellezza pura, di equilibrio totale, di contemplazione che distacca dalla realtà. Un momento intimo di piacere, di divertimento, oppure di riflessione.

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  3. helios2012 · febbraio 4, 2018

    Grazie per l’attenzione 🙂 Personalmente credo che l’arte dovrebbe essere sempre portatrice di verità e mai di menzogna. Cosa assai difficile da stabilire.

    Dipende sempre dai singoli soggetti. Uno può creare un’opera anche in maniera modaiola e non sincera , solo per cavalcare delle tematiche sociali del momento per business e senza alcuna sollecitazione emotiva di quello che lo circonda..

    Così come un astratto può essere un’esigenza personale di ricerca spirituale al di fuori di un mondo che di spirituale non ha più nulla. Di
    solito si vede un astratto buttato lì….mentre una ricerca specifica non può mai esulare da un processo compositivo anche estetico . Se uno butta del colore a casaccio si ritroverà con grandi masse di colore che disturbano la vista 🙂

    Idem dicasi per la ricerca dell’onirico che è
    stata per alcuni una via di fuga per sopravvivere a guerre che hanno realmente
    vissuto. Ho conosciuto un pittore bielorusso che pur avendo un vissuto pesante dipinge in maniera molto solare e quasi visionario….e come lui tanti altri.

    Buona serata!

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    • Cristalli in Ombra · febbraio 5, 2018

      Buonasera! Sì, un’opera d’arte deve essere concepita con l’intenzione autentica di dare un contributo profondo al fruitore e all’artista stesso. La creazione artistica deve essere scoperta di se stessi in relazione al mondo esterno, e non può scaturire soltanto dalla smania di successo. Se c’è questa pulsione interiore da parte dell’artista, tutti gli stili possono dar vita a grandi opere d’arte, sia quello realista sia l’astratto. E’ questo secondo me il mistero dell’arte che la rende così affascinante 🙂

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  4. 65luna · febbraio 6, 2018

    Bella scoperta il vostro blog! Ciao,65Luna

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