Vaso con dodici girasoli e Notte stellata di Vincent Van Gogh

Buon pomeriggio!

Questo è il primo articolo di arte che scrivo su questo blog e oggi voglio analizzare con voi due dei dipinti più famosi e importanti di Vincent Van Gogh: mi riferisco a “Vaso con dodici girasoli” e “Notte stellata”.

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“Vaso con dodici girasoli” risale al 1888-1889 circa, le dimensioni sono 91×72 centimetri, è stato realizzato con la tecnica olio su tela ed è ubicato presso il Neu Pinakothek di Monaco di Baviera, in Germania.

Van Gogh dipinse vari quadri che ritraevano dei girasoli. L’autore si era stabilito ad Arles nel 1888: apprezzava il clima, la sua nuova casa ma nonostante ciò sentiva la solitudine impadronirsi di sè. Per tale ragione, decise di invitare l’amico Gauguin e durante l’estate, in attesa del suo arrivo, iniziò a dipingere diverse tele aventi come soggetto proprio i girasoli per adornare la camera dell’amico. Addirittura, in una lettera al fratello Theo, disse che vi si dedicava ogni giorno e fin dall’alba. Gauguin, una volta giunto, non si trovò molto bene e non apprezzò il luogo, per cui dopo poco tempo lasciò Arles.

All’interno del vaso sono presenti dei girasoli appena sbocciati e altri appassiti, come potete vedere. Ciò potrebbe indicare da un lato l’allegria e il buon umore, dall’altro la tristezza. Ma, a quanto pare, Van Gogh stesso sempre in alcune lettere al fratello smentì tutto ciò, affermando anzi che dipingere girasoli in varie sfaccettature gli destava gioia, visto anche il clima molto soleggiato del sud.

Osservate i colori utilizzati, sono pressochè quattro: celeste, giallo, marroncino e verde. Con sole quattro tinte è riuscito a creare un capolavoro. In tale dipinto vi sono due elementi particolari: intanto, scrutando bene il quadro, vi accorgerete di alcuni “graffi”, dovuti al fatto che Van Gogh picchiettava il dipinto con il manico del pennello stesso, come se stesse scolpendo qualcosa (ciò conferisce ulteriore espressività e realismo al quadro); l’altro elemento è l’utilizzo del pigmento giallo cadmio che il pittore utilizzava in diverse opere.

Personalmente, questo dipinto mi fa sentire a casa. Mi sembra di vedere proprio una di quelle classiche casupole di campagna spesso adornate da fiori e via dicendo. Però, a mio parere, nonostante l’autore lo abbia smentito, vi sono anche dei tratti di malinconia, in particolar modo nei boccioli appassiti. Sappiamo perfettamente che Van Gogh provava molta tristezza dentro di sè e si sentiva spesso solo, dunque è probabile che neanche si rendesse conto di dipingere determinati particolari per tale motivo. Semplicemente stupendo.

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“Notte stellata” risale al 1889, le sue dimensioni sono 72×92 centimetri, la tecnica utilizzata è olio su tela ed è ubicato presso il Museum of Modern Art di New York.

Pare che in seguito al fatto che si fosse tagliato un orecchio, Van Gogh abbia accettato di farsi ricoverare presso il manicomio di Saint-Paul-de-Mausole, vicino a Saint-Rémy de Provence. In questo periodo, un giorno egli si soffermò a osservare il panorama dalla sua finestra e ne rimase ammaliato, tanto da volerne fare un dipinto. Tuttavia, ciò che vediamo non corrisponde esattamente alla realtà poichè il pittore ha voluto includere anche la sua fantasia, rendendolo quasi una visione onirica e suggestiva.

I colori prevalenti sono il blu e il giallo, caratterizzati da pennellate piuttosto leggere che conferiscono raffinatezza al dipinto. Abbiamo tre parti principali: quella sinistra in cui appare il cipresso, quella destra dove vi è il paese e il cielo.

Per quanto riguarda la parte sinistra, possiamo vedere questo cipresso nero con qualche sfumatura marrone che si innalza sembrando quasi una fiamma ardente; sulla destra abbiamo le case (qualcuna ha anche la luce accesa e fra di esse vi è una chiesa di cui si nota il campanile), una vegetazione di ulivi e le Alpilles (un’importante catena montuosa del Meridionale francese), però non si sa con precisione di quale località si tratti; su nel cielo a catturare l’attenzione dell’osservatore sono le stelle che si presentano come dei vortici.

Quando Van Gogh osservò il panorama dalla finestra, fu colpito in particolar modo da Venere o la Stella del Mattino. La notte stava quasi facendo posto all’alba. Questo dipinto più che esprimere un sogno, pare voglia far riferimento al sublime, alla grandezza della natura che ritroviamo anche in Caspar David Friedrich (ad esempio in “Viandante sul mare di nebbia”) dinanzi alla quale l’uomo si sente piccolo e inadeguato. Ma soprattutto il sentimento che suscita è quello della desolazione.

Io penso che stavolta l’autore volesse sprigionare tutta la sua malinconia e che proprio grazie ad essa è riuscito e riesce a farci sognare con quest’opera, tanto che viene utilizzata anche per fabbricare dei gadgets, se vi è capitato di vederli. Personalmente, potrei fissarlo per ore e mi rimanda all’immensità, all’infinito. D’altronde, molto spesso è proprio dall’angoscia e dalla malinconia che si riesce a trarre le cose più belle.

Un abbraccio a tutti! 🙂

Giulia

© Antonio Gaeta & Giulia Di Fresco 2018

2 comments

  1. ariannadps · febbraio 16, 2018

    Che belli questi quadri, e complimenti per il commento… è sempre bello trovare blog che parlano d’arte nel web!

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